Commento, spiegazione e studio di Filippesi 2:1-16, verso per verso
Se dunque v'è qualche consolazione in Cristo, se v'è qualche conforto d'amore, se v'è qualche comunione di Spirito, se v'è qualche tenerezza d'affetto e qualche compassione,
rendente perfetta la mia allegrezza, avendo un medesimo sentimento, un medesimo amore, essendo d'un animo, di un unico sentire;
non facendo nulla per spirito di parte o per vanagloria, ma ciascun di voi, con umiltà, stimando altrui da più di se stesso,
avendo ciascun di voi riguardo non alle cose proprie, ma anche a quelle degli altri.
Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato in Cristo Gesù;
il quale, essendo in forma di Dio non riputò rapina l'essere uguale a Dio,
ma annichilì se stesso, prendendo forma di servo e divenendo simile agli uomini;
ed essendo trovato nell'esteriore come un uomo, abbassò se stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte della croce.
Ed è perciò che Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra d'ogni nome,
affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra e sotto la terra,
e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre.
Così, miei cari, come sempre siete stati ubbidienti, non solo come s'io fossi presente, ma molto più adesso che sono assente, compiete la vostra salvezza con timore e tremore;
poiché Dio è quel che opera in voi il volere e l'operare, per la sua benevolenza.
Fate ogni cosa senza mormorii e senza dispute,
affinché siate irreprensibili e schietti, figliuoli di Dio senza biasimo in mezzo a una generazione storta e perversa, nella quale voi risplendete come luminari nel mondo, tenendo alta la Parola della vita,
onde nel giorno di Cristo io abbia da gloriarmi di non aver corso invano, né invano faticato.