Commento, spiegazione e studio di Filippesi 3:1-11, verso per verso
Del resto, fratelli miei, rallegratevi nel Signore. A me certo non è grave lo scrivervi le medesime cose, e per voi è sicuro.
Guardatevi dai cani, guardatevi dai cattivi operai, guardatevi da quei della mutilazione;
poiché i veri circoncisi siamo noi, che offriamo il nostro culto per mezzo dello Spirito di Dio, che ci gloriamo in Cristo Gesù, e non ci confidiamo nella carne;
benché anche nella carne io avessi di che confidarmi. Se qualcun altro pensa aver di che confidarsi nella carne, io posso farlo molto di più;
io, circonciso l'ottavo giorno, della razza d'Israele, della tribù di Beniamino, ebreo d'ebrei; quanto alla legge, Fariseo;
quanto allo zelo, persecutore della chiesa; quanto alla giustizia che è nella legge, irreprensibile.
Ma le cose che m'eran guadagni, io le ho reputate danno a cagion di Cristo.
Anzi, a dir vero, io reputo anche ogni cosa essere un danno di fronte alla eccellenza della conoscenza o Cristo Gesù, mio Signore, per il quale rinunziai a tutte codeste cose e le reputo tanta spazzatura affin di guadagnare Cristo,
e d'esser trovato in lui avendo non una giustizia mia, derivante dalla legge, ma quella che si ha mediante la fede in Cristo; la giustizia che vien da Dio, basata sulla fede;
in guisa ch'io possa conoscere esso Cristo, e la potenza della sua risurrezione, e la comunione delle sue sofferenze, essendo reso conforme a lui nella sua morte,
per giungere in qualche modo alla risurrezione dei morti.