Commento, spiegazione e studio di Genesi 19:20-30, verso per verso
Ecco, questa città è vicina da potermici rifugiare, ed è piccola. Deh, lascia ch'io scampi quivi non è essa piccola? e vivrà l'anima mia!"
E quegli a lui: "Ecco, anche questa grazia io ti concedo: di non distruggere la città, della quale hai parlato.
Affrettati, scampa colà, poiché io non posso far nulla finché tu vi sia giunto". Perciò quella città fu chiamata Tsoar.
Il sole si levava sulla terra quando Lot arrivò a Tsoar.
Allora l'Eterno fece piovere dai cieli su Sodoma e Gomorra zolfo e fuoco, da parte dell'Eterno;
ed egli distrusse quelle città e tutta la pianura e tutti gli abitanti delle città e quanto cresceva sul suolo.
Ma la moglie di Lot si volse a guardare indietro, e diventò una statua di sale.
E Abrahamo si levò la mattina a buon'ora, e andò al luogo dove s'era prima fermato davanti all'Eterno;
guardò verso Sodoma e Gomorra e verso tutta la regione della pianura, ed ecco vide un fumo che si levava dalla terra, come il fumo d'una fornace.
Così avvenne che, quando Iddio distrusse le città della pianura, egli si ricordò d'Abrahamo, e fece partir Lot di mezzo al disastro, allorché sovvertì le città dove Lot avea dimorato.
Lot salì da Tsoar e dimorò sul monte insieme con le sue due figliuole, perché temeva di stare in soar; e dimorò in una spelonca, egli con le sue due figliuole.