Commento, spiegazione e studio di Genesi 2:1-17, verso per verso
Così furono compiti i cieli e la terra e tutto l'esercito loro.
Il settimo giorno, Iddio compì l'opera che aveva fatta, e si riposò il settimo giorno da tutta l'opera che aveva fatta.
E Dio benedisse il settimo giorno e lo santificò, perché in esso si riposò da tutta l'opera che aveva creata e fatta.
Queste sono le origini dei cieli e della terra quando furono creati, nel giorno che l'Eterno Iddio fece la terra e i cieli.
Non c'era ancora sulla terra alcun arbusto della campagna, e nessuna erba della campagna era ancora spuntata, perché l'Eterno Iddio non avea fatto piovere sulla terra, e non c'era alcun uomo per coltivare il suolo;
ma un vapore saliva dalla terra e adacquava tutta la superficie del suolo.
E l'Eterno Iddio formò l'uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale, e l'uomo divenne un'anima vivente.
E l'Eterno Iddio piantò un giardino in Eden, in oriente, e quivi pose l'uomo che aveva formato.
E l'Eterno Iddio fece spuntare dal suolo ogni sorta d'alberi piacevoli a vedersi e il cui frutto era buono da mangiare, e l'albero della vita in mezzo al giardino, e l'albero della conoscenza del bene e del male.
E un fiume usciva d'Eden per adacquare il giardino, e di la si spartiva in quattro bracci.
Il nome del primo è Pishon, ed è quello che circonda tutto il paese di Havila, dov'è l'oro;
e l'oro di quel paese è buono; quivi si trovan pure il bdellio e l'onice.
Il nome del secondo fiume è Ghihon, ed è quello che circonda tutto il paese di Cush.
Il nome del terzo fiume è Hiddekel, ed è quello che scorre a oriente dell'Assiria. E il quarto fiume è l'Eufrate.
L'Eterno Iddio prese dunque l'uomo e lo pose nel giardino d'Eden perché lo lavorasse e lo custodisse.
E l'Eterno Iddio diede all'uomo questo comandamento: "Mangia pure liberamente del frutto d'ogni albero del giardino;
ma del frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare; perché, nel giorno che tu ne mangerai, per certo morrai".