Commento, spiegazione e studio di Genesi 26:12-22, verso per verso
Isacco seminò in quel paese, e in quell'anno raccolse il centuplo; e l'Eterno lo benedisse.
Quest'uomo divenne grande, andò crescendo sempre più, finché diventò grande oltremisura.
Fu padrone di greggi di pecore, di mandre di buoi e di numerosa servitù. I Filistei lo invidiavano;
e perciò turarono ed empiron di terra tutti i pozzi che i servi di suo padre aveano scavati al tempo d'Abrahamo suo padre.
E Abimelec disse ad Isacco: "Vattene da noi, poiché tu sei molto più potente di noi".
Isacco allora si partì di là, s'accampò nella valle di Gherar, e quivi dimorò.
E Isacco scavò di nuovo i pozzi d'acqua ch'erano stati scavati al tempo d'Abrahamo suo padre, e che i ilistei avean turati dopo la morte d'Abrahamo; e pose loro gli stessi nomi che avea loro posto suo padre.
E i servi d'Isacco scavarono nella valle, e vi trovarono un pozzo d'acqua viva.
Ma i pastori di Gherar altercarono coi pastori d'Isacco, dicendo: "L'acqua è nostra". Ed egli chiamò il pozzo Esek, perché quelli aveano conteso con lui.
Poi i servi scavarono un altro pozzo, e per questo ancora quelli altercarono. E Isacco lo chiamò Sitna.
Allora egli si partì di là, e scavò un altro pozzo per il quale quelli non altercarono. Ed egli lo chiamò ehoboth "perché," disse, "ora l'Eterno ci ha messi al largo, e noi prospereremo nel paese".