Commento, spiegazione e studio di Genesi 32:13-23, verso per verso
Ed egli passò quivi quella notte; e di quello che avea sotto mano prese di che fare un dono al suo fratello Esaù:
duecento capre e venti capri, duecento pecore e venti montoni,
trenta cammelle allattanti coi loro parti, quaranta vacche e dieci tori, venti asine e dieci puledri.
E li consegnò ai suoi servi, gregge per gregge separatamente, e disse ai suoi servi: "Passate dinanzi a me, e fate che vi sia qualche intervallo fra gregge e gregge".
E dette quest'ordine al primo: "Quando il mio fratello Esaù t'incontrerà e ti chiederà: Di chi sei? dove vai? a chi appartiene questo gregge che va dinanzi a te?
tu risponderai: Al tuo servo Giacobbe, è un dono inviato al mio signore Esaù; ed ecco, egli stesso vien dietro a noi".
E dette lo stesso ordine al secondo, al terzo, e a tutti quelli che seguivano i greggi, dicendo: "In questo modo parlerete a Esaù, quando lo troverete,
e direte: "Ecco il tuo servo Giacobbe, che viene egli stesso dietro a noi". Perché diceva: "Io lo placherò col dono che mi precede, e, dopo, vedrò la sua faccia; forse, mi farà buona accoglienza".
Così il dono andò innanzi a lui, ed egli passò la notte nell'accampamento.
E si levò, quella notte, prese le sue due mogli, le sue due serve, i suoi undici figliuoli, e passò il guado di Iabbok.
Li prese, fece loro passare il torrente, e lo fece passare a tutto quello che possedeva.