Commento, spiegazione e studio di Genesi 40:5-11, verso per verso
E durante una medesima notte, il coppiere e il panettiere del re d'Egitto, ch'erano rinchiusi nella prigione, ebbero ambedue un sogno, un sogno per uno, e ciascun sogno aveva il suo significato particolare.
Giuseppe, venuto la mattina da loro, li guardò, ed ecco, erano conturbati.
E interrogò gli ufficiali di Faraone ch'eran con lui in prigione nella casa del suo signore, e disse: Perché avete oggi il viso così mesto?"
E quelli gli risposero: "Abbiam fatto un sogno e non v'è alcuno che ce lo interpreti". E Giuseppe disse loro: "Le interpretazioni non appartengono a Dio? Raccontatemi i sogni, vi prego".
E il capo de' coppieri raccontò il suo sogno a Giuseppe, e gli disse: "Nei mio sogno, ecco, mi stava davanti una vite;
e in quella vite c'eran tre tralci; e mi pareva ch'essa germogliasse, poi fiorisse, e desse in fine dei grappoli d'uva matura.
E io avevo in mano la coppa di Faraone; presi l'uva, la spremei nella coppa di Faraone, e diedi la coppa in mano a Faraone".