Commento, spiegazione e studio di Genesi 41:8-15, verso per verso
La mattina, lo spirito di Faraone fu conturbato; ed egli mandò a chiamare tutti i magi e tutti i savi d'Egitto, e raccontò loro i suoi sogni; ma non ci fu alcuno che li potesse interpretare a Faraone.
Allora il capo de' coppieri parlò a Faraone, dicendo: "Ricordo oggi i miei falli.
Faraone s'era sdegnato contro i suoi servitori, e m'avea fatto mettere in prigione in casa del capo delle guardie: me, e il capo de' panettieri.
L'uno e l'altro facemmo un sogno, nella medesima notte: facemmo ciascuno un sogno, avente il suo proprio significato.
Or c'era quivi con noi un giovane ebreo, servo del capo delle guardie; a lui raccontammo i nostri sogni, ed egli ce li interpretò, dando a ciascuno l'interpretazione del suo sogno.
E le cose avvennero secondo l'interpretazione ch'egli ci aveva data: Faraone ristabilì me nel mio ufficio, e l'altro lo fece appiccare".
Allora Faraone mandò a chiamare Giuseppe, il quale fu tosto tratto fuor dalla prigione sotterranea. Egli si rase, si cambiò il vestito, e venne da Faraone.
E Faraone disse a Giuseppe: "Ho fatto un sogno, e non c'è chi lo possa interpretare; e ho udito dir di te che, quando t'hanno raccontato un sogno, tu lo puoi interpretare".