Commento, spiegazione e studio di Genesi 48:8-16, verso per verso
Israele guardò i figliuoli di Giuseppe, e disse: "Questi, chi sono?"
E Giuseppe rispose a suo padre: "Sono miei figliuoli, che Dio mi ha dati qui". Ed egli disse: "Deh, fa' he si appressino a me, e io li benedirò".
Or gli occhi d'Israele erano annebbiati a motivo dell'età, sì che non ci vedeva più. E Giuseppe li fece avvicinare a lui, ed egli li baciò e li abbracciò.
E Israele disse a Giuseppe: "Io non pensavo di riveder più la tua faccia; ed ecco che Iddio m'ha dato di vedere anche la tua progenie".
Giuseppe li ritirò di tra le ginocchia di suo padre, e si prostrò con la faccia a terra.
Poi Giuseppe li prese ambedue: Efraim alla sua destra, alla sinistra d'Israele; e Manasse alla sua sinistra, alla destra d'Israele; e li fece avvicinare a lui.
E Israele stese la sua man destra, e la posò sul capo di Efraim ch'era il più giovane; e posò la sua mano sinistra sul capo di Manasse, incrociando le mani; poiché Manasse era il primogenito.
E benedisse Giuseppe, e disse: "L'Iddio, nel cui cospetto camminarono i miei padri Abrahamo e sacco, l'Iddio ch'è stato il mio pastore dacché esisto fino a questo giorno,
l'angelo che mi ha liberato da ogni male, benedica questi fanciulli! Siano chiamati col mio nome e col nome de' miei padri Abrahamo ed Isacco, e moltiplichino copiosamente sulla terra!"