Commento, spiegazione e studio di Genesi 50:4-14, verso per verso
E quando i giorni del lutto fatto per lui furon passati, Giuseppe parlò alla casa di Faraone, dicendo: "Se ora ho trovato grazia agli occhi vostri, fate giungere agli orecchi di Faraone queste parole:
Mio padre m'ha fatto giurare e m'ha detto: Ecco, io mi muoio; seppelliscimi nel mio sepolcro, che mi sono scavato nel paese di Canaan. Ora dunque, permetti ch'io salga e seppellisca mio padre; poi tornerò".
E Faraone rispose: "Sali, e seppellisci tuo padre come t'ha fatto giurare".
Allora Giuseppe salì a seppellire suo padre; e con lui salirono tutti i servitori di Faraone, gli Anziani della sua casa e tutti gli Anziani del paese d'Egitto,
e tutta la casa di Giuseppe e i suoi fratelli e la casa di suo padre. Non lasciarono nel paese di Goscen che i loro bambini, i loro greggi e i loro armenti.
Con lui salirono pure carri e cavalieri; talché il corteggio era numerosissimo.
E come furon giunti all'aia di Atad, ch'è oltre il Giordano, vi fecero grandi e profondi lamenti; e iuseppe fece a suo padre un lutto di sette giorni.
Or quando gli abitanti del paese, i Cananei, videro il lutto dell'aia di Atad, dissero: "Questo e un grave lutto per gli Egiziani!" Perciò fu messo nome Abel-Mitsraim a quell'aia, ch'è oltre il Giordano.
I figliuoli di Giacobbe fecero per lui quello ch'egli aveva ordinato loro:
lo trasportarono nel paese di Canaan, e lo seppellirono nella spelonca del campo di Macpela, che Abrahamo avea comprato, col campo, da Efron lo Hitteo, come sepolcro di sua proprietà, dirimpetto a Mamre.
Giuseppe, dopo ch'ebbe sepolto suo padre, se ne tornò in Egitto coi suoi fratelli e con tutti quelli ch'erano saliti con lui a seppellire suo padre.