Commento, spiegazione e studio di Geremia 1:1-13, verso per verso
Parole di Geremia, figliuolo di Hilkia, uno dei sacerdoti che stavano ad Anatoth, nel paese di eniamino.
La parola dell'Eterno gli fu rivolta al tempo di Giosia, figliuolo d'Amon, re di Giuda, l'anno tredicesimo del suo regno, e al tempo di Jehoiakim,
figliuolo di Giosia, re di Giuda, sino alla fine dell'anno undecimo di Sedechia, figliuolo di Giosia, re di iuda, fino a quando Gerusalemme fu menata in cattività, il che avvenne nel quinto mese.
La parola dell'Eterno mi fu rivolta, dicendo:
"Prima ch'io ti avessi formato nel seno di tua madre, io t'ho conosciuto; e prima che tu uscissi dal suo seno, io t'ho consacrato e t'ho costituito profeta delle nazioni".
E io risposi: "Ahimè, Signore, Eterno, io non so parlare, poiché non sono che un fanciullo".
Ma l'Eterno mi disse: "Non dire: Sono un fanciullo, poiché tu andrai da tutti quelli ai quali ti manderò, e dirai tutto quello che io ti comanderò.
Non li temere, perché io son teco per liberarti, dice l'Eterno".
Poi l'Eterno stese la mano e mi toccò la bocca; e l'Eterno disse: "Ecco, io ho messo le mie parole nella tua bocca.
Vedi, io ti costituisco oggi sulle nazioni e sopra i regni, per svellere, per demolire, per abbattere, per distruggere, per edificare e per piantare".
Poi la parola dell'Eterno mi fu rivolta, dicendo: "Geremia, che vedi?" Io risposi: "Vedo un ramo di mandorlo". E l'Eterno mi disse:
"Hai veduto bene, poiché io vigilo sulla mia parola per mandarla ad effetto".
E la parola dell'Eterno mi fu rivolta per la seconda volta, dicendo: "Che vedi?" Io risposi: "Vedo una caldaia che bolle ed ha la bocca vòlta dal settentrione in qua". E l'Eterno mi disse: