Commento, spiegazione e studio di Geremia 17:5-18, verso per verso
Così parla l'Eterno: Maledetto L'uomo che confida nell'uomo e fa della carne il suo braccio, e il cui cuore si ritrae dall'Eterno!
Egli è come un tamerice nella pianura sterile; e quando giunge il bene, ei non lo vede; dimora in luoghi aridi, nel deserto, in terra salata, senza abitanti.
Benedetto l'uomo che confida nell'Eterno, e la cui fiducia è l'Eterno!
Egli è come un albero piantato presso all'acque, che distende le sue radici lungo il fiume; non s'accorge quando vien la caldura, e il suo fogliame riman verde; nell'anno della siccità non è in affanno, e non essa di portar frutto.
Il cuore è ingannevole più d'ogni altra cosa, e insanabilmente maligno; chi lo conoscerà?
Io, l'Eterno, che investigo il cuore, che metto alla prova le reni, per retribuire ciascuno secondo le sue vie, secondo il frutto delle sue azioni.
Chi acquista ricchezze, ma non con giustizia, è come la pernice che cova uova che non ha fatte; nel bel mezzo de' suoi giorni egli deve lasciarle, e quando arriva la sua fine, non è che uno stolto.
Trono di gloria, eccelso fin dal principio, è il luogo del nostro santuario.
Speranza d'Israele, o Eterno, tutti quelli che t'abbandonano saranno confusi; quelli che s'allontanano da te saranno iscritti sulla polvere, perché hanno abbandonato l'Eterno, la sorgente delle acque vive.
Guariscimi, o Eterno, e sarò guarito; salvami e sarò salvo; poiché tu sei la mia lode.
Ecco, essi mi dicono: "Dov'è la parola dell'Eterno? ch'essa si compia, dunque!"
Quanto a me, io non mi son rifiutato d'esser loro pastore agli ordini tuoi, né ho desiderato il giorno funesto, tu lo sai; quello ch'è uscito dalle mie labbra è stato manifesto dinanzi a te.
Non esser per me uno spavento; tu sei il mio rifugio nel giorno della calamità.
Siano confusi i miei persecutori; non io sia confuso; siano spaventati essi; non io sia spaventato; fa' enir su loro il giorno della calamità, e colpiscili di doppia distruzione!