Commento, spiegazione e studio di Geremia 22:24-28, verso per verso
Com'è vero ch'io vivo, dice l'Eterno, quand'anche Conia, figliuolo di Joiakim, re di Giuda, fosse un sigillo nella mia destra, io ti strapperei di lì.
Io ti darò in mano di quelli che cercan la tua vita, in mano di quelli de' quali hai paura, in mano di ebucadnetsar, re di Babilonia, in mano de' Caldei.
E caccerò te e tua madre che t'ha partorito, in un paese straniero dove non siete nati, e quivi morrete.
Ma quanto al paese al quale brameranno tornare, essi non vi torneranno.
Questo Conia è egli dunque un vaso spezzato, infranto? E' egli un oggetto che non fa più alcun piacere? Perché son dunque cacciati, egli e la sua progenie, lanciati in un paese che non conoscono?