Commento, spiegazione e studio di Geremia 30:1-11, verso per verso
La parola che fu rivolta a Geremia dall'Eterno, in questi termini:
"Così parla l'Eterno, l'Iddio d'Israele: Scriviti in un libro tutte le parole che t'ho dette;
poiché, ecco, i giorni vengono, dice l'Eterno, quando io ritrarrò dalla cattività il mio popolo d'Israele e di Giuda, dice l'Eterno, e li ricondurrò nel paese che diedi ai loro padri, ed essi lo possederanno".
Queste sono le parole che l'Eterno ha pronunziate riguardo ad Israele ed a Giuda.
Così parla l'Eterno: Noi udiamo un grido di terrore, di spavento, e non di pace.
Informatevi e guardate se un maschio partorisce! Perché dunque vedo io tutti gli uomini con le mani sui fianchi come donna partoriente? Perché tutte le facce son diventate pallide?
Ahimè, perché quel giorno è grande; non ve ne fu mai altro di simile; è un tempo di distretta per iacobbe; ma pure ei ne sarà salvato.
In quel giorno, dice l'Eterno degli eserciti, io spezzerò il suo giogo di sul tuo collo, e romperò i tuoi legami; e gli stranieri non ti faran più loro schiavo;
ma quei d'Israele serviranno l'Eterno, il loro Dio, e Davide lor re, che io susciterò loro.
Tu dunque, o Giacobbe, mio servitore, non temere, dice l'Eterno; non ti sgomentare, o Israele; poiché, ecco, io ti salverò dal lontano paese, salverò la tua progenie dalla terra della sua cattività; Giacobbe ritornerà, sarà in riposo, sarà tranquillo, e nessuno più lo spaventerà.
Poiché io son teco, dice l'Eterno, per salvarti; io annienterò tutte le nazioni fra le quali t'ho disperso, ma non annienterò te; però, ti castigherò con giusta misura, e non ti lascerò del tutto impunito.