Commento, spiegazione e studio di Geremia 36:1-10, verso per verso
Or avvenne, l'anno quarto di Joiakim, figliuolo di Giosia, re di Giuda, che questa parola fu rivolta all'Eterno a Geremia, in questi termini:
"Prenditi un rotolo da scrivere e scrivici tutte la parole che t'ho dette contro Israele, contro Giuda e contro tutte le nazioni, dal giorno che cominciai a parlarti, cioè dal tempo di Giosia, fino a quest'oggi.
Forse quei della casa di Giuda, udendo tutto il male ch'io penso di far loro, si convertiranno ciascuno dalla sua via malvagia, e io perdonerò la loro iniquità e il loro peccato".
Allora Geremia chiamò Baruc, figliuolo di Neria; e Baruc scrisse in un rotolo da scrivere, a dettatura di eremia, tutte le parole che l'Eterno avea dette a Geremia.
Poi Geremia diede quest'ordine a Baruc: "Io sono impedito, e non posso entrare nella casa dell'Eterno;
perciò, va' tu, e leggi dal libro che hai scritto a mia dettatura, le parole dell'Eterno, in presenza del popolo, nella casa dell'Eterno, il giorno del digiuno; e leggile anche in presenza di tutti quei di Giuda, che saran venuti dalle loro città.
Forse presenteranno le loro supplicazioni all'Eterno, e si convertiranno ciascuno dalla sua via malvagia; perché l'ira e il furore che l'Eterno ha espresso contro questo popolo, sono grandi".
E Baruc, figliuolo di Neria, fece tutto quello che gli aveva ordinato il profeta Geremia, e lesse dal libro le parole dell'Eterno.
Or l'anno quinto di Joiakim, figliuolo di Giosia, re di Giuda, il nono mese, fu pubblicato un digiuno nel cospetto dell'Eterno, per tutto il popolo di Gerusalemme e per tutto il popolo venuto dalle città di Giuda a Gerusalemme.
E Baruc lesse dal libro le parole di Geremia in presenza di tutto il popolo, nella casa dell'Eterno, nella camera di Ghemaria, figliuolo di Shafan, segretario, nel cortile superiore, all'ingresso della porta nuova della casa dell'Eterno.