Commento, spiegazione e studio di Geremia 4:23-31, verso per verso
Io guardo la terra, ed ecco è desolata e deserta; i cieli, e son senza luce.
Guardo i monti, ed ecco tremano, e tutti i colli sono agitati.
Guardo, ed ecco non c'è uomo, e tutti gli uccelli del cielo son volati via.
Guardo, ed ecco il Carmelo è un deserto, e tutte le sue città sono abbattute dinanzi all'Eterno, dinanzi all'ardente sua ira.
Poiché così parla l'Eterno: Tutto il paese sarà desolato, ma io non lo finirò del tutto.
A motivo di questo, la terra fa cordoglio, e i cieli di sopra s'oscurano; perché io l'ho detto, l'ho stabilito, e non me ne pento, e non mi ritratterò.
Al rumore dei cavalieri e degli arcieri tutte le città sono in fuga; tutti entrano nel folto de' boschi, montano sulle rocce; tutte le città sono abbandonate, e non v'è più alcun abitante.
E tu che stai per esser devastata, che fai? Hai un bel vestirti di scarlatto, un bel metterti i tuoi ornamenti d'oro, un bell'ingrandirti gli occhi col belletto! Invano t'abbellisci; i tuoi amanti ti sprezzano, voglion la tua vita.
Poiché io odo de' gridi come di donna ch'è nei dolori; un'angoscia come quella di donna nel suo primo parto; è la voce della figliuola di Sion, che sospira ansimando e stende le mani: "Ahi me lassa! che l'anima mia vien meno dinanzi agli uccisori".