Commento, spiegazione e studio di Geremia 46:14-28, verso per verso
Annunziatelo in Egitto, banditelo a Migdol, banditelo a Nof e a Tahpanes! Dite: "Lèvati, preparati, poiché la spada divora tutto ciò che ti circonda".
Perché i tuoi prodi son essi atterrati? Non posson resistere perché l'Eterno li abbatte.
Egli ne fa vacillar molti; essi cadono l'un sopra l'altro, e dicono: "Andiamo, torniamo al nostro popolo e al nostro paese natìo, sottraendoci alla spada micidiale".
Là essi gridano: "Faraone, re d'Egitto, non è che un vano rumore, ha lasciato passare il tempo fissato".
Com'è vero ch'io vivo, dice il Re che ha nome l'Eterno degli eserciti, il nemico verrà come un Tabor fra le montagne, come un Carmel che s'avanza sul mare.
O figliuola che abiti l'Egitto, fa' il tuo bagaglio per la cattività! poiché Nof diventerà una desolazione sarà devastata, nessuno v'abiterà più.
L'Egitto è una giovenca bellissima, ma viene un tafano, viene dal settentrione.
Anche i mercenari che sono in mezzo all'Egitto son come vitelli da ingrasso; anch'essi volgono il orso, fuggon tutti assieme, non resistono; poiché piomba su loro il giorno della loro calamità, il tempo della loro visitazione.
La sua voce giunge come quella d'un serpente; poiché s'avanzano con un esercito, marcian contro a lui con scuri, come tanti tagliaboschi.
Essi abbattono la sua foresta, dice l'Eterno, benché sia impenetrabile, perché quelli son più numerosi delle locuste, non si posson contare.
La figliuola dell'Egitto è coperta d'onta, è data in mano del popolo del settentrione.
L'Eterno degli eserciti, l'Iddio d'Israele, dice: Ecco, io punirò Amon di No, Faraone, l'Egitto, i suoi dèi, i suoi re, Faraone e quelli che confidano in lui;
li darò in mano di quei che cercano la loro vita, in mano di Nebucadnetsar, re di Babilonia, e in mano de' suoi servitori; ma, dopo questo, l'Egitto sarà abitato come ai giorni di prima, dice l'Eterno.
Tu dunque non temere, o Giacobbe mio servitore, non ti sgomentare, o Israele! poiché, ecco, io ti salverò dal lontano paese, salverò la tua progenie dalla terra della sua cattività; Giacobbe ritornerà, sarà in riposo, sarà tranquillo, e nessuno più lo spaventerà.
Tu non temere, o Giacobbe, mio servitore, dice l'Eterno; poiché io son teco, io annienterò tutte le nazioni fra le quali t'ho disperso, ma non annienterò te; però ti castigherò con giusta misura, e non ti lascerò del tutto impunito.