Commento, spiegazione e studio di Geremia 51:8-38, verso per verso
A un tratto Babilonia è caduta, è frantumata. Mandato su di lei alti lamenti, prendete del balsamo pel suo dolore; forse guarirà!
Noi abbiam voluto guarire Babilonia, ma essa non è guarita; abbandonatela, e andiamocene ognuno al nostro paese; poiché la sua punizione arriva sino al cielo, s'innalza fino alle nuvole.
L'Eterno ha prodotto in luce la giustizia della nostra causa: venite, raccontiamo in Sion l'opera dell'Eterno, del nostro Dio.
Forbite le saette, imbracciate gli scudi! L'Eterno ha eccitato lo spirito dei re dei Medi, perché il suo disegno contro Babilonia è di distruggerla; poiché questa è la vendetta dell'Eterno, la vendetta del suo tempio.
Alzate la bandiera contro le mura di Babilonia! Rinforzate le guardie, ponete le sentinelle, preparate gli agguati! Poiché l'Eterno ha divisato e già mette ad effetto ciò che ha detto contro gli abitanti di Babilonia.
O tu che abiti in riva alle grandi acque, tu che abbondi di tesori, la tua fine è giunta, il termine delle tue rapine!
L'Eterno degli eserciti l'ha giurato per se stesso: Sì, certo, io t'empirò d'uomini come di locuste ed essi leveranno contro di te gridi di trionfo.
Egli, con la sua potenza, ha fatto la terra, con la sua sapienza ha stabilito fermamente il mondo; con la sua intelligenza ha disteso i cieli.
Quando fa udire la sua voce, v'è un rumor d'acque nel cielo, ei fa salire i vapori dalle estremità della terra, fa guizzare i lampi per la pioggia e trae il vento dai suoi serbatoi;
ogni uomo allora diventa stupido, privo di conoscenza, ogni orafo ha vergogna delle sue immagini scolpite; perché le sue immagini fuse sono una menzogna, e non v'è soffio vitale in loro.
Sono vanità, lavoro d'inganno; nel giorno del castigo, periranno.
A loro non somiglia Colui ch'è la parte di Giacobbe; perché Egli è quel che ha formato tutte le cose, e sraele è la tribù della sua eredità. Il suo nome è l'Eterno degli eserciti.
O Babilonia, tu sei stata per me un martello, uno strumento di guerra; con te ho schiacciato le nazioni, con te ho distrutto i regni;
con te ho schiacciato cavalli e cavalieri, con te ho schiacciato i carri e chi vi stava sopra;
con te ho schiacciato uomini e donne, con te ho schiacciato vecchi e bambini, con te ho schiacciato giovani e fanciulle;
con te ho schiacciato i pastori e i lor greggi, con te ho schiacciato i lavoratori e i lor buoi aggiogati; on te ho schiacciato governatori e magistrati.
Ma, sotto gli occhi vostri, io renderò a Babilonia e a tutti gli abitanti della Caldea tutto il male che han fatto a Sion, dice l'Eterno.
Eccomi a te, o montagna di distruzione, dice l'Eterno; a te che distruggi tutta la terra! Io stenderò la mia mano su di te, ti rotolerò giù dalle rocce, e farò di te una montagna bruciata.
E da te non si trarrà più pietra angolare, né pietre da fondamenta; ma tu sarai una desolazione perpetua, dice l'Eterno.
Issate una bandiera sulla terra! Sonate la tromba fra le nazioni! Preparate le nazioni contro di lei, chiamate a raccolta contro di lei i regni d'Ararat, di Minni e d'Ashkenaz! Costituite contro di lei de' generali! Fate avanzare i cavalli come locuste dalle ali ritte.
Preparate contro di lei le nazioni, i re di Media, i suoi governatori, tutti i suoi magistrati, e tutti i paesi de' suoi domini.
La terra trema, è in doglia, perché i disegni dell'Eterno contro Babilonia s'effettuano: di ridurre il paese di Babilonia in un deserto senz'abitanti.
I prodi di Babilonia cessan di combattere; se ne stanno nelle loro fortezze; la loro bravura è venuta meno, son come donne; le sue abitazioni sono in fiamme, le sbarre delle sue porte sono spezzate.
Un corriere incrocia l'altro, un messaggero incrocia l'altro, per annunziare al re di Babilonia che la sua città è presa da ogni lato,
che i guadi son occupati, che le paludi sono in preda alle fiamme, che gli uomini di guerra sono allibiti.
Poiché così parla l'Eterno degli eserciti, l'Iddio d'Israele: La figliuola di Babilonia è come un'aia al tempo in cui la si trebbia; ancora un poco, e verrà per lei il tempo della mietitura.
Nebucadnetsar, re di Babilonia, ci ha divorati, ci ha schiacciati, ci ha posti là come un vaso vuoto; ci ha inghiottiti come un dragone; ha empito il suo ventre con le nostre delizie, ci ha cacciati via.
"La violenza che m'è fatta e la mia carne ricadano su Babilonia," dirà l'abitante di Sion; "Il mio sangue ricada sugli abitanti di Caldea," dirà Gerusalemme.
Perciò, così parla l'Eterno: Ecco, io difenderò la tua causa, e farò la tua vendetta! Io prosciugherò il suo mare, disseccherò la sua sorgente,
e Babilonia diventerà un monte di ruine, un ricetto di sciacalli, un oggetto di stupore e di scherno, un luogo senz'abitanti.
Essi ruggiranno assieme come leoni, grideranno come piccini di leonesse.