Commento, spiegazione e studio di Geremia 6:18-26, verso per verso
Perciò, ascoltate, o nazioni! Sappiate, o assemblea de' popoli, quello che avverrà loro.
Ascolta, o terra! Ecco, io fo venire su questo popolo una calamità, frutto de' loro pensieri; perché non hanno prestato attenzione alle mie parole; e quanto alla mia legge, l'hanno rigettata.
Che m'importa dell'incenso che viene da Seba, della canna odorosa che vien dal paese lontano? I ostri olocausti non mi sono graditi, e i vostri sacrifizi non mi piacciono.
Perciò così parla l'Eterno: Ecco, io porrò dinanzi a questo popolo delle pietre d'intoppo, nelle quali inciamperanno assieme padri e figliuoli, vicini ed amici, e periranno.
Così parla l'Eterno: Ecco, un popolo viene dal paese di settentrione, e una grande nazione si muove dalle estremità della terra.
Essi impugnano l'arco ed il dardo; son crudeli, non hanno pietà; la loro voce è come il muggito del mare; montan cavalli; son pronti a combattere come un solo guerriero, contro di te, o figliuola di Sion.
Noi ne abbiamo udito la fama, e le nostre mani si sono infiacchite; l'angoscia ci coglie, un dolore come di donna che partorisce.
Non uscite nei campi, non camminate per le vie, perché la spada del nemico è là, e il terrore d'ogn'intorno.
O figliuola del mio popolo, cingiti d'un sacco, avvoltolati nella cenere, prendi il lutto come per un figliuolo unico, fa' udire un amaro lamento, perché il devastatore ci piomba addosso improvviso.