Commento, spiegazione e studio di Geremia 8:14-22, verso per verso
"Perché ce ne stiamo qui seduti? Adunatevi ed entriamo nelle città forti per quivi perire! Poiché l'Eterno, il nostro Dio, ci condanna a perire, ci fa bere delle acque avvelenate, perché abbiam peccato contro l'Eterno.
Noi aspettavamo la pace, ma nessun bene giunge; aspettavamo un tempo di guarigione, ed ecco il terrore!"
S'ode da Dan lo sbuffare de' suoi cavalli; al rumore del nitrito de' suoi destrieri, trema tutto il paese; oiché vengono, divorano il paese e tutto ciò che contiene, la città e i suoi abitanti.
Poiché, ecco, io mando contro di voi de' serpenti, degli aspidi, contro i quali non v'è incantagione che valga; e vi morderanno, dice l'Eterno.
Ove trovar conforto nel mio dolore? Il cuore mi langue in seno.
Ecco il grido d'angoscia della figliuola del mio popolo da terra lontana: "L'Eterno non è egli più in Sion? Il suo re non è egli più in mezzo a lei?" "Perché m'hanno provocato ad ira con le loro immagini scolpite e con vanità straniere?"
"La mèsse è passata, l'estate è finita, e noi non siamo salvati".
Per la piaga della figliuola del mio popolo io son tutto affranto; sono in lutto, sono in preda alla costernazione.
Non v'è egli balsamo in Galaad? Non v'è egli colà alcun medico? Perché dunque la piaga della figliuola del mio popolo non è stata medicata?