Commento, spiegazione e studio di Giobbe 16:11-21, verso per verso
Iddio mi dà in balìa degli empi, mi getta in mano dei malvagi.
Vivevo in pace, ed egli m'ha scosso con violenza, m'ha preso per la nuca, m'ha frantumato, m'ha posto per suo bersaglio.
I suoi arcieri mi circondano, egli mi trafigge i reni senza pietà, sparge a terra il mio fiele.
Apre sopra di me breccia su breccia, mi corre addosso come un guerriero.
Mi son cucito un cilicio sulla pelle, ho prostrato la mia fronte nella polvere.
Il mio viso è rosso di pianto, e sulle mie palpebre si stende l'ombra di morte.
Eppure, le mie mani non commisero mai violenza, e la mia preghiera fu sempre pura.
O terra, non coprire il mio sangue, e non vi sia luogo ove si fermi il mio grido!
Già fin d'ora, ecco, il mio Testimonio è in cielo, il mio Garante è nei luoghi altissimi.
Gli amici mi deridono, ma a Dio si volgon piangenti gli occhi miei;
sostenga egli le ragioni dell'uomo presso Dio, le ragioni del figliuol d'uomo contro i suoi compagni!