Commento, spiegazione e studio di Giobbe 16:6-17, verso per verso
Se parlo, il mio dolore non ne sarà lenito; e se cesso di parlare, che sollievo ne avrò?
Ora, purtroppo, Dio m'ha ridotto senza forze, ha desolato tutta la mia casa;
m'ha coperto di grinze e questo testimonia contro a me, la mia magrezza si leva ad accusarmi in faccia.
La sua ira mi lacera, mi perseguita, digrigna i denti contro di me. Il mio nemico aguzza gli occhi su di me.
Apron larga contro a me la bocca, mi percuoton per obbrobrio le guance, si metton tutt'insieme a darmi addosso.
Iddio mi dà in balìa degli empi, mi getta in mano dei malvagi.
Vivevo in pace, ed egli m'ha scosso con violenza, m'ha preso per la nuca, m'ha frantumato, m'ha posto per suo bersaglio.
I suoi arcieri mi circondano, egli mi trafigge i reni senza pietà, sparge a terra il mio fiele.
Apre sopra di me breccia su breccia, mi corre addosso come un guerriero.
Mi son cucito un cilicio sulla pelle, ho prostrato la mia fronte nella polvere.
Il mio viso è rosso di pianto, e sulle mie palpebre si stende l'ombra di morte.
Eppure, le mie mani non commisero mai violenza, e la mia preghiera fu sempre pura.