Commento, spiegazione e studio di Giobbe 19:13-24, verso per verso
Egli ha allontanato da me i miei fratelli, i miei conoscenti si son del tutto alienati da me.
M'hanno abbandonato i miei parenti, gl'intimi miei m'hanno dimenticato.
I miei domestici e le mie serve mi trattan da straniero; agli occhi loro io sono un estraneo.
Chiamo il mio servo, e non risponde, devo supplicarlo con la mia bocca.
Il mio fiato ripugna alla mia moglie, faccio pietà a chi nacque dal seno di mia madre.
Perfino i bimbi mi sprezzano; se cerco d'alzarmi mi scherniscono.
Tutti gli amici più stretti m'hanno in orrore, e quelli che amavo mi si son vòlti contro.
Le mie ossa stanno attaccate alla mia pelle, alla mia carne, non m'è rimasto che la pelle de' denti.
Pietà, pietà di me, voi, miei amici! ché la man di Dio m'ha colpito.
Perché perseguitarmi come fa Dio? Perché non siete mai sazi della mia carne?
Oh se le mie parole fossero scritte! se fossero consegnate in un libro!
se con lo scalpello di ferro e col piombo fossero incise nella roccia per sempre!