Commento, spiegazione e studio di Giobbe 21:7-26, verso per verso
Perché mai vivono gli empi? Perché arrivano alla vecchiaia ed anche crescon di forze?
La loro progenie prospera, sotto ai loro sguardi, intorno ad essi, e i lor rampolli fioriscon sotto gli occhi loro.
La loro casa è in pace, al sicuro da spaventi, e la verga di Dio non li colpisce.
Il loro toro monta e non falla, la loro vacca figlia senz'abortire.
Mandan fuori come un gregge i loro piccini, e i loro figliuoli saltano e ballano.
Cantano a suon di timpano e di cetra, e si rallegrano al suon della zampogna.
Passano felici i loro giorni, poi scendono in un attimo nel soggiorno dei morti.
Eppure, diceano a Dio: "Ritirati da noi! Noi non ci curiamo di conoscer le tue vie!
Che è l'Onnipotente perché lo serviamo? che guadagneremo a pregarlo?"
Ecco, non hanno essi in mano la loro felicita? (lungi da me il consiglio degli empi!)
Quando avvien mai che la lucerna degli empi si spenga, che piombi loro addosso la ruina, e che Dio, nella sua ira, li retribuisca di pene?
Quando son essi mai come paglia al vento, come pula portata via dall'uragano?
"Iddio," mi dite, "serba castigo pei figli dell'empio". Ma punisca lui stesso! che lo senta lui,
che vegga con gli occhi propri la sua ruina, e beva egli stesso l'ira dell'Onnipotente!
E che importa all'empio della sua famiglia dopo di lui, quando il numero dei suoi mesi e ormai compiuto?
S'insegnerà forse a Dio la scienza? a lui che giudica quelli di lassù?
L'uno muore in mezzo al suo benessere, quand'è pienamente tranquillo e felice,
ha i secchi pieni di latte, e fresco il midollo dell'ossa.
L'altro muore con l'amarezza nell'anima, senz'aver mai gustato il bene.
Ambedue giacciono ugualmente nella polvere, e i vermi li ricoprono.