Commento, spiegazione e studio di Giobbe 24:13-25, verso per verso
Ve ne son di quelli che si ribellano alla luce, non ne conoscono le vie, non ne battono i sentieri.
L'assassino si leva sul far del giorno, e ammazza il meschino e il povero; la notte fa il ladro.
L'occhio dell'adultero spia il crepuscolo, dicendo: "Nessuno mi vedrà!" e si copre d'un velo la faccia.
I ladri, di notte, sfondano le case; di giorno, si tengono rinchiusi; non conoscono la luce.
Il mattino è per essi come ombra di morte; appena lo scorgono provano i terrori del buio.
Voi dite: "L'empio è una festuca sulla faccia dell'acque; la sua parte sulla terra è maledetta; non prenderà più la via delle vigne.
Come la siccità e il calore assorbon le acque della neve, così il soggiorno de' morti inghiottisce chi ha peccato.
Il seno che lo portò l'oblia; i vermi ne fanno il loro pasto delizioso, nessuno più lo ricorda.
L'iniquo sarà troncato come un albero: ei che divorava la sterile, priva di figli, e non faceva del bene alla vedova!"
Invece, Iddio con la sua forza prolunga i giorni dei prepotenti, i quali risorgono, quand'ormai disperavan della vita.
Dà loro sicurezza, fiducia, e i suoi occhi vegliano sul loro cammino.
Salgono in alto, poi scompaiono ad un tratto; cadono, son mietuti come gli altri mortali; son falciati come le spighe del grano maturo.
Se così non è, chi mi smentirà, chi annienterà il mio dire?"