Commento, spiegazione e studio di Giobbe 31:24-34, verso per verso
Se ho riposto la mia fiducia nell'oro, se all'oro fino ho detto: "Tu sei la mia speranza,"
se mi son rallegrato che le mie ricchezze fosser grandi e la mia mano avesse molto accumulato,
se, contemplando il sole che raggiava e la luna che procedeva lucente nel suo corso,
il mio cuore, in segreto, s'è lasciato sedurre e la mia bocca ha posato un bacio sulla mano
(misfatto anche questo punito dai giudici ché avrei difatti rinnegato l'Iddio ch'è di sopra),
se mi son rallegrato della sciagura del mio nemico ed ho esultato quando gli ha incolto sventura
(io, che non ho permesso alle mie labbra di peccare chiedendo la sua morte con imprecazione),
se la gente della mia tenda non ha detto: "Chi è che non si sia saziato della carne delle sue bestie?"
(lo straniero non passava la notte fuori; le mie porte erano aperte al viandante),
se, come fan gli uomini, ho coperto i miei falli celando nel petto la mia iniquità,
perché avevo paura della folla e dello sprezzo delle famiglie al punto da starmene queto e non uscir di casa