Commento, spiegazione e studio di Giobbe 33:19-28, verso per verso
L'uomo è anche ammonito sul suo letto, dal dolore, dall'agitazione incessante delle sue ossa;
quand'egli ha in avversione il pane, e l'anima sua schifa i cibi più squisiti;
la carne gli si consuma, e sparisce, mentre le ossa, prima invisibili, gli escon fuori,
l'anima sua si avvicina alla fossa, e la sua vita a quelli che dànno la morte.
Ma se, presso a lui, v'è un angelo, un interprete, uno solo fra i mille, che mostri all'uomo il suo dovere,
Iddio ha pietà di lui e dice: "Risparmialo, che non scenda nella fossa! Ho trovato il suo riscatto".
Allora la sua carne divien fresca più di quella d'un bimbo; egli torna ai giorni della sua giovinezza;
implora Dio, e Dio gli è propizio; gli dà di contemplare il suo volto con giubilo, e lo considera di nuovo come giusto.
Ed egli va cantando fra la gente e dice: "Avevo peccato, pervertito la giustizia, e non sono stato punito come meritavo.
Iddio ha riscattato l'anima mia, onde non scendesse nella fossa e la mia vita si schiude alla luce!"