Commento, spiegazione e studio di Giobbe 5:1-16, verso per verso
Chiama pure! C'è forse chi ti risponda? E a qual dei santi vorrai tu rivolgerti?
No, il cruccio non uccide che l'insensato e l'irritazione non fa morir che lo stolto.
Io ho veduto l'insensato prender radice, ma ben tosto ho dovuto maledirne la dimora.
I suoi figli van privi di soccorso, sono oppressi alla porta, e non c'è chi li difenda.
L'affamato gli divora la raccolta, gliela rapisce perfino di tra le spine; e l'assetato gli trangugia i beni.
Ché la sventura non spunta dalla terra né il dolore germina dal suolo;
ma l'uomo nasce per soffrire, come la favilla per volare in alto.
Io però vorrei cercar di Dio, e a Dio vorrei esporre la mia causa:
a lui, che fa cose grandi, imperscrutabili, maraviglie senza numero;
che spande la pioggia sopra la terra e manda le acque sui campi;
che innalza quelli ch'erano abbassati e pone in salvo gli afflitti in luogo elevato;
che sventa i disegni degli astuti sicché le loro mani non giungono ad eseguirli;
che prende gli abili nella loro astuzia, sì che il consiglio degli scaltri va in rovina.
Di giorno essi incorron nelle tenebre, in pien mezzodì brancolan come di notte;
ma Iddio salva il meschino dalla spada della lor bocca, e il povero di man del potente.
E così pel misero v'è speranza, mentre l'iniquità ha la bocca chiusa.