Commento, spiegazione e studio di Giobbe 6:14-30, verso per verso
Pietà deve l'amico a colui che soccombe, quand'anche abbandoni il timor dell'Onnipotente.
Ma i fratelli miei si son mostrati infidi come un torrente, come l'acqua di torrenti che passano.
Il ghiaccio li rende torbidi, e la neve vi si scioglie;
ma passato il tempo delle piene, svaniscono; quando sentono il caldo, scompariscono dal loro luogo.
Le carovane che si dirigon là mutano strada, s'inoltran nel deserto, e vi periscono.
Le carovane di Tema li cercavan collo sguardo, i viandanti di Sceba ci contavan su,
ma furon delusi nella loro fiducia; giunti sul luogo, rimasero confusi.
Tali siete divenuti voi per me: vedete uno che fa orrore, e vi prende la paura.
V'ho forse detto: "Datemi qualcosa" o "co' vostri beni fate un donativo a favor mio,"
o "liberatemi dalla stretta del nemico, o "scampatemi di man dei prepotenti"?
Ammaestratemi, e mi starò in silenzio; fatemi capire in che cosa ho errato.
Quanto sono efficaci le parole rette! Ma la vostra riprensione che vale?
Volete dunque biasimar delle parole? Ma le parole d'un disperato se le porta il vento!
Voi sareste capaci di trar la sorte sull'orfano, e di contrattare il vostro amico!
Ma pure vi piaccia di rivolgervi a guardarmi, e vedete s'io vi menta in faccia.
Mutate consiglio! Non vi sia in voi iniquità! Mutate consiglio, la mia giustizia sussiste.
V'è qualche iniquità sulla mia lingua? Il mio palato non distingue più quel ch'è male?