Commento, spiegazione e studio di Gioele 2:3-11, verso per verso
Davanti a lui un fuoco divora, e dietro a lui divampa una fiamma; prima di lui, il paese era come un giardino d'Eden; dopo di lui, è un desolato deserto; nulla gli sfugge.
A vederli, paion cavalli, e corron come de' cavalieri.
Si fa come uno strepito di carri, quando saltano sulle vette de' monti; fanno un crepitìo di fiamma che divora la stoppia; son come un popolo poderoso, schierato in battaglia.
Davanti a loro i popoli sono in angoscia, ogni volto impallidisce.
Corrono come uomini prodi, dànno la scalata alle mura come gente di guerra; ognuno va diritto davanti a sé, e non devìa dal proprio sentiero;
nessuno sospinge il suo vicino, ognuno avanza per la sua strada; si slanciano in mezzo ai dardi, non rompon le file.
Invadono la città, corrono sulle mura; montano sulle case, entrano per le finestre come un ladro.
Davanti a loro trema la terra, i cieli sono scossi, il sole e la luna s'oscurano, le stelle ritirano il loro splendore.
L'Eterno dà fuori la sua voce davanti al suo esercito, perché immenso è il suo campo e potente l'esecutore della sua parola. Sì, il giorno dell'Eterno è grande, oltremodo terribile; chi lo potrà sopportare?