Commento, spiegazione e studio di Giosuè 10:15-27, verso per verso
E Giosuè, con tutto Israele, tornò al campo di Ghilgal.
Or i cinque re eran fuggiti, e s'erano nascosti nella spelonca di Makkeda.
La cosa fu riferita a Giosuè e gli fu detto: "I cinque re sono stati trovati nascosti nella spelonca di akkeda".
Allora Giosuè disse: "Rotolate delle grosse pietre all'imboccatura della spelonca, e ponetevi degli uomini per far loro la guardia;
ma voi non vi fermate; inseguite i vostri nemici, e colpite le retroguardie; non li lasciate entrare nelle loro città, perché l'Eterno, il vostro Dio, li ha dati in poter vostro".
E quando Giosuè e i figliuoli d'Israele ebbero finito d'infliggere loro una grande, completa disfatta, e quelli che scamparono si furon rifugiati nelle città fortificate,
tutto il popolo tornò tranquillamente a Giosuè al campo di Makkeda, senza che alcuno osasse fiatare contro i figliuoli d'Israele.
Allora Giosuè disse: "Aprite l'imboccatura della caverna, traetene fuori quei cinque re, e menateli a me".
Quelli fecero così, trassero dalla spelonca quei cinque re, il re di Gerusalemme, il re di Hebron, il re di armuth, il re di Lakis, il re di Eglon, e glieli menarono.
E quand'ebbero tratti dalla spelonca e menati a Giosuè quei re Giosuè, chiamò tutti gli uomini d'Israele e disse ai capi della gente di guerra ch'era andata con lui: "Accostatevi, mettete il piede sul collo di questi re". Quelli s'accostarono e misero loro il piede sul collo.
E Giosuè disse loro: "Non temete, non vi sgomentate, siate forti, e fatevi animo, perché così farà l'Eterno a tutti i vostri nemici contro ai quali avete a combattere".
Dopo ciò Giosuè li percosse e li fece morire, quindi li appiccò a cinque alberi; e quelli rimasero appiccati agli alberi fino a sera.
E sul tramontar del sole, Giosuè ordino che fossero calati dagli alberi e gettati nella spelonca dove s'erano nascosti; e che all'imboccatura della caverna fossero messe delle grosse pietre, le quali vi son rimaste fino al dì d'oggi.