Commento, spiegazione e studio di Giosuè 7:19-26, verso per verso
Allora Giosuè disse ad Acan: "Figliuol mio, da' gloria all'Eterno, all'Iddio d'Israele, rendigli omaggio, e dimmi quello che hai fatto; non me lo celare".
Acan rispose a Giosuè e disse: "E' vero; ho peccato contro l'Eterno, l'Iddio d'Israele, ed ecco precisamente quello che ho fatto.
Ho veduto fra le spoglie un bel mantello di Scinear, duecento sicli d'argento e una verga d'oro del peso di cinquanta sicli; ho bramato quelle cose, le ho prese; ecco, son nascoste in terra in mezzo alla mia tenda; e l'argento è sotto".
Allora Giosuè mandò de' messi, i quali corsero alla tenda; ed ecco che il mantello v'era nascosto; e l'argento stava sotto.
Essi presero quelle cose di mezzo alla tenda, le portarono a Giosuè e a tutti i figliuoli d'Israele, e le deposero davanti all'Eterno.
E Giosuè e tutto Israele con lui presero Acan, figliuolo di Zerach, l'argento, il mantello, la verga d'oro, i suoi figliuoli e le sue figliuole, i suoi bovi, i suoi asini, le sue pecore, la sua tenda e tutto quello che gli apparteneva, e li fecero salire nella valle di Acor.
E Giosuè disse: "Perché ci hai tu conturbati? L'Eterno conturberà te in questo giorno!" E tutto Israele lo lapidò; e dopo aver lapidati gli altri, dettero tutti alle fiamme.
Poi ammassarono sopra Acan un gran mucchio di pietre, che dura fino al dì d'oggi. E l'Eterno s'acquetò dell'ardente sua ira. Perciò quel luogo e stato chiamato fino al dì d'oggi "valle di Acòr".