Commento, spiegazione e studio di Giosuè 8:15-29, verso per verso
Allora Giosuè e tutto Israele, facendo vista d'esser battuti da quelli, si misero in fuga verso il deserto.
E tutto il popolo ch'era nella città fu chiamato a raccolta per inseguirli; e inseguirono Giosuè e furon tratti lungi dalla città.
Non ci fu uomo, in Ai e in Bethel, che non uscisse dietro a Israele. Lasciaron la città aperta e inseguirono Israele.
Allora l'Eterno disse a Giosuè: "Stendi verso Ai la lancia che hai in mano, perché io sto per dare Ai in tuo potere". E Giosuè stese verso la città la lancia che aveva in mano.
E subito, non appena ebbe steso la mano, gli uomini dell'imboscata sorsero dal luogo dov'erano, entraron di corsa nella città, la presero, e s'affrettarono ad appiccarvi il fuoco.
E la gente d'Ai, volgendosi indietro, guardò, ed ecco che il fumo della città saliva al cielo; e non vi fu per loro alcuna possibilità di fuggire né da una parte né dall'altra, perché il popolo che fuggiva verso il deserto s'era voltato contro quelli che lo inseguivano.
E Giosuè e tutto Israele, vedendo che quelli dell'imboscata avean preso la città e che il fumo saliva dalla città, tornarono indietro, e batterono la gente d'Ai.
Anche gli altri usciron dalla città contro a loro; cosicché furon presi in mezzo da Israele, avendo gli uni di qua e gli altri di là; e Israele li batté in modo che non ne rimase né superstite né fuggiasco.
Il re d'Ai lo presero vivo, e lo menarono a Giosuè.
Quando Israele ebbe finito d'uccidere tutti gli abitanti d'Ai nella campagna, nel deserto dove quelli l'aveano inseguito, e tutti furon caduti sotto i colpi della spada finché non ne rimase più, tutto Israele tornò verso Ai e la mise a fil di spada.
Tutti quelli che caddero in quel giorno, fra uomini e donne, furon dodicimila: vale a dire tutta la gente d'Ai.
Giosuè non ritirò la mano che avea stesa con la lancia, finché non ebbe sterminato tutti gli abitanti d'Ai.
Israele prese per se soltanto il bestiame e il bottino di quella città, secondo l'ordine che l'Eterno avea dato a Giosuè.
Giosuè arse dunque Ai e la ridusse in perpetuo in un mucchio di ruine, com'è anch'oggi.
Quanto al re d'Ai, l'appiccò a un albero, e ve lo lasciò fino a sera; ma al tramonto del sole Giosuè ordinò che il cadavere fosse calato dall'albero; e lo gittarono all'ingresso della porta della città, e gli ammassarono sopra un gran mucchio di pietre, che rimane anche al di d'oggi.