Commento, spiegazione e studio di Giosuè 8:29-35, verso per verso
Quanto al re d'Ai, l'appiccò a un albero, e ve lo lasciò fino a sera; ma al tramonto del sole Giosuè ordinò che il cadavere fosse calato dall'albero; e lo gittarono all'ingresso della porta della città, e gli ammassarono sopra un gran mucchio di pietre, che rimane anche al di d'oggi.
Allora Giosuè edificò un altare all'Eterno, all'Iddio d'Israele, sul monte Ebal,
come Mosè, servo dell'Eterno, aveva ordinato ai figliuoli d'Israele, e come sta scritto nel libro della egge di Mosè: un altare di pietre intatte sulle quali nessuno avea passato ferro; e i figliuoli d'Israele offriron su di esso degli olocausti all'Eterno, e fecero de' sacrifizi di azioni di grazie.
E là, su delle pietre, Giosuè scrisse una copia della legge che Mosè avea scritta in presenza dei figliuoli d'Israele.
Tutto Israele, i suoi anziani, i suoi ufficiali e i suoi giudici stavano in piè ai due lati dell'arca, dirimpetto ai sacerdoti levitici che portavan l'arca del patto dell'Eterno: gli stranieri come gl'Israeliti di nascita, metà dal lato del monte Garizim, metà dal lato del monte Ebal, come Mosè, servo dell'Eterno, avea da prima ordinato che si benedisse il popolo d'Israele.
Dopo questo, Giosuè lesse tutte le parole della legge, le benedizioni e le maledizioni, secondo tutto ciò ch'è scritto nel libro della legge.
Non vi fu parola di tutto ciò che Mosè avea comandato, che Giosuè non leggesse in presenza di tutta la raunanza d'Israele, delle donne, de' bambini e degli stranieri che camminavano in mezzo a loro.