Commento, spiegazione e studio di Giudici 13:15-25, verso per verso
E Manoah disse all'angelo dell'Eterno: "Deh, permettici di trattenerti, e di prepararti un capretto!"
E l'angelo dell'Eterno rispose a Manoah: "Anche se tu mi trattenessi, non mangerei del tuo cibo; ma, se vuoi fare un olocausto, offrilo all'Eterno". Or Manoah non sapeva che quello fosse l'angelo dell'Eterno.
Poi Manoah disse all'angelo dell'Eterno: "Qual è il tuo nome, affinché, adempiute che siano le tue parole, noi ti rendiamo onore?"
E l'angelo dell'Eterno gli rispose: "Perché mi chiedi il mio nome? esso è maraviglioso".
E Manoah prese il capretto e l'oblazione e li offrì all'Eterno sul sasso. Allora avvenne una cosa prodigiosa, mentre Manoah e sua moglie stavano guardando:
come la fiamma saliva dall'altare al cielo, l'angelo dell'Eterno salì con la fiamma dell'altare. E Manoah e sua moglie, vedendo questo, caddero con la faccia a terra.
E l'angelo dell'Eterno non apparve più né a Manoah né a sua moglie. Allora Manoah riconobbe che quello era l'angelo dell'Eterno.
E Manoah disse a sua moglie: "Noi morremo sicuramente, perché abbiam veduto Dio".
Ma sua moglie gli disse: "Se l'Eterno avesse voluto farci morire, non avrebbe accettato dalle nostre mani l'olocausto e l'oblazione; non ci avrebbe fatto vedere tutte queste cose, e non ci avrebbe fatto udire proprio ora delle cose come queste".
Poi la donna partorì un figliuolo, a cui pose nome Sansone. Il bambino crebbe, e l'Eterno lo benedisse.
E lo spirito dell'Eterno cominciò ad agitarlo quand'esso era a Mahaneh-Dan, fra Tsorea ed Eshtaol.