Commento, spiegazione e studio di Giudici 16:6-14, verso per verso
Delila dunque disse a Sansone: "Dimmi, ti prego, dove risieda la tua gran forza, e in che modo ti si potrebbe legare per domarti".
Sansone le rispose: "Se mi si legasse con sette corde d'arco fresche, non ancora secche, io diventerei debole e sarei come un uomo qualunque".
Allora i principi de' Filistei le portarono sette corde d'arco fresche, non ancora secche, ed ella lo legò con esse.
Or c'era gente che stava in agguato, da lei, in una camera interna. Ed ella gli disse: "Sansone, i Filistei ti sono addosso!" Ed egli ruppe le corde come si rompe un fil di stoppa quando sente il fuoco. Così il segreto della sua forza restò sconosciuto.
Poi Delila disse a Sansone: "Ecco tu m'hai beffata e m'hai detto delle bugie; or dunque, ti prego, dimmi con che ti si potrebbe legare".
Egli le rispose: "Se mi si legasse con funi nuove che non fossero ancora state adoperate, io diventerei debole e sarei come un uomo qualunque".
Delila prese dunque delle funi nuove, lo legò, e gli disse: "Sansone, i Filistei ti sono addosso". L'agguato era posto nella camera interna. Ed egli ruppe, come un filo, le funi che aveva alle braccia.
Delila disse a Sansone: "Fino ad ora tu m'hai beffata e m'hai detto delle bugie; dimmi con che ti si potrebbe legare". Ed egli le rispose: "Non avresti che da tessere le sette trecce del mio capo col tuo ordìto".
Essa le fissò al subbio, poi gli disse: "Sansone, i Filistei ti sono addosso". Ma, egli si svegliò dal sonno, e strappò via il subbio del telaio con l'ordìto.