Commento, spiegazione e studio di Habacuc 3:3-14, verso per verso
Iddio viene da Teman, e il santo viene dal monte di Paran. Sela. La sua gloria copre i cieli, e la terra è piena della sua lode.
Il suo splendore è pari alla luce; dei raggi partono dalla sua mano; ivi si nasconde la sua potenza.
Davanti a lui cammina la peste, la febbre ardente segue i suoi passi.
Egli si ferma, e scuote la terra; guarda, e fa tremar le nazioni; i monti eterni si frantumano, i colli antichi s'abbassano; le sue vie son quelle d'un tempo.
Io vedo nell'afflizione le tende d'Etiopia; i padiglioni del paese di Madian tremano.
O Eterno, t'adiri tu contro i fiumi? E' egli contro i fiumi che s'accende l'ira tua, o contro il mare che va il tuo sdegno, che tu avanzi sui tuoi cavalli, sui tuoi carri di vittoria?
Il tuo arco è messo a nudo; i dardi lanciati dalla tua parola sono esecrazioni. Sela. Tu fendi la terra in tanti letti di fiumi.
I monti ti vedono e tremano; passa una piena d'acque: l'abisso fa udir la sua voce, e leva un alto le mani.
Il sole e la luna si fermano nella loro dimora; si cammina alla luce delle tue saette, al lampeggiare della ua lancia sfolgorante.
Tu percorri la terra nella tua indignazione, tu schiacci le nazioni nella tua ira.
Tu esci per salvare il tuo popolo, per liberare il tuo unto; tu abbatti la sommità della casa dell'empio, e la demolisci da capo a fondo. Sela.
Tu trafiggi coi lor propri dardi la testa de' suoi capi, che vengon come un uragano per disperdermi, mandando gridi di gioia, come se già divorassero il misero nei loro nascondigli.