Commento, spiegazione e studio di Isaia 1:5-15, verso per verso
A che pro colpirvi ancora? Aggiungereste altre rivolte. Tutto il capo è malato, tutto il cuore è anguente.
Dalla pianta del piè fino alla testa non v'è nulla di sano in esso: non vi son che ferite, contusioni, piaghe aperte, che non sono state nettate, né fasciate, né lenite con olio.
Il vostro paese è desolato, le vostre città son consumate dal fuoco, i vostri campi li divorano degli stranieri, sotto agli occhi vostri; tutto è devastato, come per sovvertimento dei barbari.
E la figliuola di Sion è rimasta come un frascato in una vigna, come una capanna in un campo di cocomeri, come una città assediata.
Se l'Eterno degli eserciti non ci avesse lasciato un picciol residuo, saremmo come Sodoma, somiglieremmo a Gomorra.
Ascoltate la parola dell'Eterno, o capi di Sodoma! Prestate orecchio alla legge del nostro Dio, o popolo di Gomorra!
Che m'importa la moltitudine de' vostri sacrifizi? dice l'Eterno; io son sazio d'olocausti di montoni e di grasso di bestie ingrassate; il sangue dei giovenchi, degli agnelli e dei capri, io non li gradisco.
Quando venite a presentarvi nel mio cospetto, chi v'ha chiesto di calcare i mie cortili?
Cessate dal recare oblazioni vane; il profumo io l'ho in abominio; e quanto ai noviluni, ai sabati, al convocar raunanze, io non posso soffrire l'iniquità unita all'assemblea solenne.
I vostri noviluni, le vostre feste stabilite l'anima mia li odia, mi sono un peso che sono stanco di portare.
Quando stendete le mani, io rifiuto di vederlo; anche quando moltiplicate le preghiere, io non ascolto; e vostre mani son piene di sangue.