Commento, spiegazione e studio di Isaia 13:6-15, verso per verso
Urlate, poiché il giorno dell'Eterno è vicino; esso viene come una devastazione dell'Onnipotente.
Perciò, tutte le mani diventan fiacche, e ogni cuor d'uomo vien meno.
Son còlti da spavento, son presi da spasimi e da doglie; si contorcono come donna che partorisce, si guardan l'un l'altro sbigottiti, le loro facce son facce di fuoco.
Ecco il giorno dell'Eterno giunge: giorno crudele, d'indignazione e d'ira ardente, che farà della terra un deserto, e ne distruggerà i peccatori.
Poiché le stelle e le costellazioni del cielo non far più brillare la loro luce, il sole s'oscurerà fin dalla sua levata, e la luna non farà più risplendere il suo chiarore.
Io punirò il mondo per la sua malvagità, e gli empi per la loro iniquità; farò cessare l'alterigia de' uperbi e abbatterò l'arroganza de' tiranni.
Renderò gli uomini più rari dell'oro fino, più rari dell'oro d'Ofir.
Perciò farò tremare i cieli, e la terra sarà scossa dal suo luogo per l'indignazione dell'Eterno degli eserciti, nel giorno della sua ira ardente.
Allora, come gazzella inseguita o come pecora che nessuno raccoglie, ognuno si volgerà verso il suo popolo, ognuno fuggirà al proprio paese.
Chiunque sarà trovato sarò trafitto, chiunque sarà còlto cadrà di spada.