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Poi ne venne un altro che disse: Signore, ecco la tua mina che ho tenuta riposta in un fazzoletto,
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perché ho avuto paura di te che sei uomo duro; tu prendi quel che non hai messo, e mieti quel che non hai seminato.
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E il padrone a lui: Dalle tue parole ti giudicherò, servo malvagio! Tu sapevi ch'io sono un uomo duro, che prendo quel che non ho messo e mieto quel che non ho seminato;
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e perché non hai messo il mio danaro alla banca, ed io, al mio ritorno, l'avrei riscosso con l'interesse?
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Poi disse a coloro ch'eran presenti: Toglietegli la mina, e date la a colui che ha le dieci mine.
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Essi gli dissero: Signore, egli ha dieci mine.
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Io vi dico che a chiunque ha sarà dato; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha.
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Quanto poi a quei miei nemici che non volevano che io regnassi su loro, menateli qua e scannateli in mia presenza.
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E dette queste cose, Gesù andava innanzi, salendo a Gerusalemme.
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E avvenne che come fu vicino a Betfage e a Betania presso al monte detto degli Ulivi, mandò due de' iscepoli, dicendo:
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Andate nella borgata dirimpetto, nella quale entrando, troverete legato un puledro d'asino, sopra il quale non è mai montato alcuno; scioglietelo e menatemelo.
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E se qualcuno vi domanda perché lo sciogliete, direte così: Il Signore ne ha bisogno.
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E quelli ch'erano mandati, partirono e trovarono le cose com'egli avea lor detto.
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E com'essi scioglievano il puledro, i suoi padroni dissero loro: Perché sciogliete il puledro?
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Essi risposero: Il Signore ne ha bisogno.