Commento, spiegazione e studio di Marco 9:14-32, verso per verso
E venuti ai discepoli, videro intorno a loro una gran folla, e degli scribi che discutevan con loro.
E subito tutta la folla, veduto Gesù, sbigottì e accorse a salutarlo.
Ed egli domandò loro:
E uno della folla gli rispose: Maestro, io t'ho menato il mio figliuolo che ha uno spirito mutolo;
e dovunque esso lo prende, lo atterra; ed egli schiuma, stride dei denti e rimane stecchito. Ho detto a' uoi discepoli che lo cacciassero, ma non hanno potuto.
E Gesù, rispondendo, disse loro:
E glielo menarono; e come vide Gesù, subito lo spirito lo torse in convulsione; e caduto in terra, si rotolava schiumando. E Gesù domandò al padre:
Dalla sua infanzia e spesse volte l'ha gettato anche nel fuoco e nell'acqua per farlo perire; ma tu, se ci puoi qualcosa, abbi pietà di noi ed aiutaci.
E Gesù:
E subito il padre del fanciullo esclamò: Io credo; sovvieni alla mia incredulità.
E Gesù, vedendo che la folla accorreva, sgridò lo spirito immondo, dicendogli:
E lo spirito, gridando e straziandolo forte, uscì; e il fanciullo rimase come morto; talché quasi tutti dicevano: E' morto.
Ma Gesù lo sollevò, ed egli si rizzò in piè.
E quando Gesù fu entrato in casa, i suoi discepoli gli domandarono in privato: Perché non abbiam potuto cacciarlo noi?
Ed egli disse loro:
Poi, essendosi partiti di là, traversarono la Galilea; e Gesù non voleva che alcuno lo sapesse.
Poich'egli ammaestrava i suoi discepoli, e diceva loro:
Ma essi non intendevano il suo dire e temevano d'interrogarlo.