Commento, spiegazione e studio di Marco 9:9-32, verso per verso
Or come scendevano dal monte, egli ordinò loro di non raccontare ad alcuno le cose che aveano vedute, se non quando il Figliuol dell'uomo sarebbe risuscitato dai morti.
Ed essi tennero in sé la cosa, domandandosi fra loro che cosa fosse quel risuscitare dai morti.
Poi gli chiesero: Perché dicono gli scribi che prima deve venir Elia?
Ed egli disse loro:
E venuti ai discepoli, videro intorno a loro una gran folla, e degli scribi che discutevan con loro.
E subito tutta la folla, veduto Gesù, sbigottì e accorse a salutarlo.
Ed egli domandò loro:
E uno della folla gli rispose: Maestro, io t'ho menato il mio figliuolo che ha uno spirito mutolo;
e dovunque esso lo prende, lo atterra; ed egli schiuma, stride dei denti e rimane stecchito. Ho detto a' uoi discepoli che lo cacciassero, ma non hanno potuto.
E Gesù, rispondendo, disse loro:
E glielo menarono; e come vide Gesù, subito lo spirito lo torse in convulsione; e caduto in terra, si rotolava schiumando. E Gesù domandò al padre:
Dalla sua infanzia e spesse volte l'ha gettato anche nel fuoco e nell'acqua per farlo perire; ma tu, se ci puoi qualcosa, abbi pietà di noi ed aiutaci.
E Gesù:
E subito il padre del fanciullo esclamò: Io credo; sovvieni alla mia incredulità.
E Gesù, vedendo che la folla accorreva, sgridò lo spirito immondo, dicendogli:
E lo spirito, gridando e straziandolo forte, uscì; e il fanciullo rimase come morto; talché quasi tutti dicevano: E' morto.
Ma Gesù lo sollevò, ed egli si rizzò in piè.
E quando Gesù fu entrato in casa, i suoi discepoli gli domandarono in privato: Perché non abbiam potuto cacciarlo noi?
Ed egli disse loro:
Poi, essendosi partiti di là, traversarono la Galilea; e Gesù non voleva che alcuno lo sapesse.
Poich'egli ammaestrava i suoi discepoli, e diceva loro:
Ma essi non intendevano il suo dire e temevano d'interrogarlo.