Commento, spiegazione e studio di Nehemia 2:11-18, verso per verso
Così giunsi a Gerusalemme; e quando v'ebbi passato tre giorni,
mi levai di notte, presi meco pochi uomini, e non dissi nulla ad alcuno di quello che Dio m'avea messo in cuore di fare per Gerusalemme; non avevo meco altro giumento che quello ch'io cavalcavo.
Ed uscii di notte per la porta della Valle, e mi diressi verso la sorgente del Dragone e la porta del Letame, considerando le mura di Gerusalemme, com'erano rotte e come le sue porte erano consumate dal fuoco.
Passai presso la porta della Sorgente e il serbatoio del Re, ma non v'era posto per cui il giumento ch'io cavalcavo potesse passare.
Allora risalii di notte la valle, sempre considerando le mura; poi, rientrato per la porta della Valle, me ne tornai a casa.
I magistrati non sapevano né dov'io fossi andato né che cosa facessi. Fino a quel momento, io non vevo detto nulla né ai Giudei né ai sacerdoti né ai notabili né ai magistrati né ad alcuno di quelli che si occupavano di lavori.
Allora io dissi loro: "Voi vedete la misera condizione nella quale ci troviamo; Gerusalemme è distrutta, e le sue porte son consumate dal fuoco! Venite, riedifichiamo le mura di Gerusalemme, e non sarem più nell'obbrobrio!"
E narrai loro come la benefica mano del mio Dio era stata su me, senza omettere le parole che il re m'avea dette. E quelli dissero: "Leviamoci, e mettiamoci a costruire!" E si fecero animo per metter mano alla buona impresa.