Commento, spiegazione e studio di Nehemia 2:9-16, verso per verso
Io giunsi presso i governatori d'oltre il fiume, e diedi loro le lettere del re. Il re avea mandati meco dei capi dell'esercito e dei cavalieri.
E quando Samballat, lo Horonita, e Tobia, il servo Ammonita, furono informati del mio arrivo, ebbero gran dispiacere della venuta d'un uomo che procurava il bene de' figliuoli d'Israele.
Così giunsi a Gerusalemme; e quando v'ebbi passato tre giorni,
mi levai di notte, presi meco pochi uomini, e non dissi nulla ad alcuno di quello che Dio m'avea messo in cuore di fare per Gerusalemme; non avevo meco altro giumento che quello ch'io cavalcavo.
Ed uscii di notte per la porta della Valle, e mi diressi verso la sorgente del Dragone e la porta del Letame, considerando le mura di Gerusalemme, com'erano rotte e come le sue porte erano consumate dal fuoco.
Passai presso la porta della Sorgente e il serbatoio del Re, ma non v'era posto per cui il giumento ch'io cavalcavo potesse passare.
Allora risalii di notte la valle, sempre considerando le mura; poi, rientrato per la porta della Valle, me ne tornai a casa.
I magistrati non sapevano né dov'io fossi andato né che cosa facessi. Fino a quel momento, io non vevo detto nulla né ai Giudei né ai sacerdoti né ai notabili né ai magistrati né ad alcuno di quelli che si occupavano di lavori.