Commento, spiegazione e studio di Nehemia 4:1-11, verso per verso
Quando Samballat udì che noi edificavamo le mura, si adirò, s'indignò fuor di modo, si fe' beffe de' Giudei,
e disse in presenza de' suoi fratelli e de' soldati di Samaria: "Che fanno questi spossati Giudei? Si lasceranno fare? Offriranno sacrifizi? Finiranno in un giorno? Faranno essi rivivere delle pietre sepolte sotto mucchi di polvere e consumate dal fuoco?"
Tobia l'Ammonita, che gli stava accanto, disse: "Edifichino pure! Se una volpe vi salta su, farà crollare il loro muro di pietra!"
Ascolta, o Dio nostro, come siamo sprezzati! Fa' ricadere sul loro capo il loro vituperio, e abbandonali al saccheggio in un paese di schiavitù!
E non coprire la loro iniquità, e non sia cancellato dal tuo cospetto il loro peccato; poiché t'hanno provocato ad ira in presenza dei costruttori.
Noi dunque riedificammo le mura che furon da pertutto compiute fino alla metà della loro altezza; e il popolo avea preso a cuore il lavoro.
Ma quando Samballat, Tobia, gli Arabi, gli Ammoniti e gli Asdodei ebbero udito che la riparazione delle mura di Gerusalemme progrediva, e che le brecce cominciavano a chiudersi, n'ebbero grandissimo sdegno,
e tutti quanti assieme congiurarono di venire ad attaccare Gerusalemme e a crearvi del disordine.
Allora noi pregammo l'Iddio nostro, e mettemmo contro di loro delle sentinelle di giorno e di notte per ifenderci dai loro attacchi.
Que' di Giuda dicevano: "Le forze de' portatori di pesi vengon meno, e le macerie sono molte; noi non potremo costruir le mura!"
E i nostri avversari dicevano: "Essi non sapranno e non vedranno nulla, finché noi giungiamo in mezzo a loro; allora li uccideremo, e farem cessare i lavori".