Commento, spiegazione e studio di Salmi 18:4-16, verso per verso
I legami della morte m'aveano circondato e i torrenti della distruzione m'aveano spaventato.
I legami del soggiorno de' morti m'aveano attorniato, i lacci della morte m'aveano còlto.
Nella mia distretta invocai l'Eterno e gridai al mio Dio. Egli udì la mia voce dal suo tempio e il mio grido pervenne a lui, ai suoi orecchi.
Allora la terra fu scossa e tremò, i fondamenti de' monti furono smossi e scrollati; perch'egli era acceso d'ira.
Un fumo saliva dalle sue nari; un fuoco consumante gli usciva dalla bocca, e ne procedevano carboni accesi.
Egli abbassò i cieli e discese, avendo sotto i piedi una densa caligine.
Cavalcava sopra un cherubino e volava; volava veloce sulle ali del vento;
avea fatto delle tenebre la sua stanza nascosta, avea posto intorno a sé per suo padiglione l'oscurità dell'acque, le dense nubi de' cieli.
Per lo splendore che lo precedeva, le dense nubi si sciolsero con gragnuola e con carboni accesi.
L'Eterno tuonò ne' cieli e l'Altissimo diè fuori la sua voce con gragnuola e con carboni accesi.
E avventò le sue saette e disperse i nemici; lanciò folgori in gran numero e li mise in rotta.
Allora apparve il letto delle acque, e i fondamenti del mondo furono scoperti al tuo sgridare, o Eterno, al soffio del vento delle tue nari.
Egli distese dall'alto la mano e mi prese, mi trasse fuori delle grandi acque.