Commento di Frederick Brotherton Meyer
2 Corinzi 9:1-7
“Dio ama un donatore allegro”
Evidentemente Paolo era molto preoccupato per la colletta di Corinto per i santi affamati a Gerusalemme. Aveva avviato l'idea, non solo per il suo affetto verso il suo popolo, ma per promuovere e favorire l'unità della Chiesa di Cristo. Non potrebbe esserci prova più grande della potenza trasformatrice del vangelo di quella che dovrebbe cancellare le differenze fortemente marcate tra Oriente e Occidente, tra ebrei e gentili, e chiarire che Cristo è tutto in tutti Paolo, quindi, non sollecita e supplica i Corinzi tanto quanto ricorda loro la sua fiducia nella loro risposta. Nessun motivo è così potente come il senso che ci si aspetta una risposta degna da parte di qualcuno che veneriamo e amiamo.
Paragona il dare denaro alla semina. Ciò che è stato messo nella cassetta di raccolta sarebbe sicuramente tornato al donatore con un grande aumento. I cristiani, quindi, non dovrebbero dare a malincuore, o per necessità, ma liberamente, spontaneamente, generosamente, come il contadino, che non esita ad immergere profondamente la sua mano nei suoi granai, aspettando, come lui, che ogni atomo di grano in più si disperda ritornerà a lui certamente aumentato di trenta e forse di cento volte. Incontrerai di nuovo da qualche parte e qualche volta ogni moneta che hai dato con un cuore puro.