Commento biblico del sermone
Salmi 107:14
La Bibbia non aspira a fornire un freno agli eccessi della libertà, ma a istruirci sulla natura della libertà, a stimolarne l'appetito, a farci vergognare della nostra contentezza senza di essa, a spiegare a quali condizioni possiamo ottenere la misura massima di esso.
I. Non sentiamo uomini lamentarsi continuamente che non possono fare quello che farebbero, o essere quello che farebbero? Ognuno può spostare il peso in un posto diverso, ma ognuno lo sente. Se il sospiro di perdono non è ancora uscito dai nostri cuori, quel sospiro potrebbe ancora funzionare in un'altra forma apparentemente, non proprio un'altra. Possiamo gridare per un Assolvente, per Colui che ci libererà dai vincoli di quei peccati che abbiamo commesso con la nostra fragilità.
La voce di Dio, certo, non è monotona; non parla con un solo accento, e quello misurato, adattato e ridotto dall'arte umana. Qualunque sia la perplessità di un uomo, qualunque essa renda le sue azioni irregolari, i suoi pensieri inquieti, la sua vita contraddittoria, questa è una fascia che deve essere spezzata per lui e che, dopo infinite agitazioni, scoprirà di non poter spezzare per se stesso, non se ha tutti i macchinari della natura e dell'arte per aiutare la sua debolezza individuale. Deve volgersi al Signore della sua volontà, a Colui che può incontrarlo là, in una regione che l'occhio dell'avvoltoio non ha visto.
II. È il Figlio che ci rende liberi, perché ci porta l'adozione di figli. È la fede che in Lui questi nostri spiriti possono reclamare Dio come loro Padre, perché in Lui li ha reclamati per i suoi figli e ha dato loro il suo Spirito, affinché possano gridare: "Abbà, Padre" è questa fede che suscita noi al di sopra della carne che ha affermato di essere il nostro padrone, quando doveva essere nostro schiavo; al di sopra di quel mondo di cui dovevamo offrire i frutti a Dio, ma che ha chiesto per sé il nostro culto; al di sopra di quello spirito di male che ci persuaderebbe che non può esserci libertà al servizio di un Dio amorevole e, se lo ascoltiamo, ci renderebbe schiavi dell'arroganza e dell'odio.
FD Maurice, Sermone, vol. iii., pag. 149.
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